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La Befana: da festività religiosa a tradizione enogastronomica.

La tradizione della Befana

Anziana, gobba, senza denti, con le scarpe rotte, che entra dal camino e scappa via sulla sua vecchia scopa. Sin da piccoli ce la immaginiamo così la Befana, con le sembianze di una signora cattiva, eppure riempie di dolciumi le vecchie calze e ci rende il risveglio meno amaro per la fine delle festività natalizie. Ma non a tutti, poiché leggenda vuole, che l’anziana signora lasci invece il carbone a chi, durante l’anno, non si sia comportato secondo il buon costume.

Ma la Befana è solamente una storia di fantasia tramandata da generazioni o dietro questa figura si cela una tradizione più longeva?

La verità sta a metà: tra fantasia e religione.

 Il nome Befana deriva da Epifania, la festa religiosa che si celebra il 6 gennaio e che simboleggia la visita dei Re Magi al Bambino Gesù. La storia narra che, sulla strada per Betlemme, i tre sacerdoti si fermarono a chiedere indicazioni ad una vecchia signora con una scopa che, però, non seppe dargli risposta. Poco dopo anche la signora si mise in viaggio fermandosi ad ogni casa che incontrava sul proprio cammino per dare un regalo ad ogni bambino nella speranza che fosse Gesù. 

Dalla tradizione religiosa a quella enogastronomica.

L’Italia, però, è anche ricca di una tradizione enogastronomica che prevede la preparazione di piatti iconici per ogni festività e anche per questa non possono di certo mancare le dolci tipicità regionali. 

Dalla fugassa della Befana in Piemonte, passando per i cammelli di pasta sfoglia in Lombardia, ai  cavallucci di Siena in Toscana e le pecorelle farcite nelle Marche. In Abruzzo e in Molise si realizzano i pepatelli, chiamati così per la presenza di pepe che conferisce il gusto caratteristico a questi dolcetti, mentre in Campania si prepara la prima pastiera dell’anno. In tutto il sud Italia, invece, si impastano gli struffoli, golose palline di pasta dolce immerse nel miele da staccare uno ad uno con le mani. 

Tutte ricette tramandate di generazione in generazione dalle nostre nonne per celebrare una festa religiosa che si arricchisce di dolci caratteristici di ogni regione dello stivale. 

..ma torniamo ai giorni nostri!

La notte della Befana, così come avviene la notte di Natale, torniamo un po’ tutti bambini e corriamo ad aprire quella calza che trasborda di delizie lasciate lì dai nostri genitori e amiamo mettere le mani in pasta per realizzare i dolci tramandati dai nostri nonni.

Non ci facciamo troppe domande sull’origine di questa tradizione, ma ci piace immaginare che quei doni e quei dolci ce li siamo meritati e che quel piccolo pezzo di carbone nascosto in fondo alla calza sia un promemoria che nella vita tutti possono sbagliare, l’importante poi è rimediare.

Dopotutto non si è mai troppo grandi per essere golosi e per credere alle favole. Solo chi sogna impara a volare.. speriamo non su una scopa, però!

Se volete scoprire tante altre curiosità sulla tradizione enogastronomica italiana leggete i nostri articoli qui!

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